Se hai interesse a ricevere un programma dettagliato su uno di questi temi inviaci un messaggio, con quelle che sono le esigenze specifiche e le peculiarità della tua azienda. Riceverai una prima proposta tecnica che, se di tuo interesse, verrà via via dettagliata per trasformare il tema in progetto ad hoc per te.
Coerentemente con il posizionamento dell’azienda verso l’esterno e verso l’interno e alle relative strategie, forniamo consulenza e supporto nella definizione di politiche, modelli e sistemi di gestione e sviluppo delle Risorse Umane per garantire l’ottimizzazione e la gestione efficiente del capitale intellettuale.
Uno dei nostri “must” è quello di tradurre la complessità in modelli e sistemi che siano di facile gestione e che resistano ai continui cambiamenti del contesto.
Aree di intervento
Change managementProgettiamo, realizziamo, monitoriamo il processo di cambiamento organizzativo e/o culturale sia nei suoi aspetti strutturali (microstruttura, sistemi di gestione, comunicazione) sia in quelli individuali (motivazione, abilitazione al ruolo, competenze) attraverso l’azione su:
|
Sistemi di gestione e sviluppoAiutiamo le aziende a:
|
Sistemi di governo delle competenze aziendaliAiutiamo le aziende a definire le aree professionali, i ruoli e le competenze trasversali all'organizzazione, in modo da consentire un monitoraggio costante dei “mestieri” chiave dell’azienda e l’individuazione dei fabbisogni di aggiornamento ed evoluzione senza perdere la storicità. |
Sistemi di valutazioneDefiniamo sistemi che confrontano il divario tra ciò che è atteso dall'azienda e ciò che è posseduto dall'individuo:
|
Progettiamo, realizziamo, monitoriamo il processo di cambiamento organizzativo e/o culturale sia nei suoi aspetti strutturali (microstruttura, sistemi di gestione, comunicazione) sia in quelli individuali (motivazione, abilitazione al ruolo, competenze) attraverso l’azione su:
Aiutiamo le aziende a:
Aiutiamo le aziende a definire le aree professionali, i ruoli e le competenze trasversali all'organizzazione, in modo da consentire un monitoraggio costante dei “mestieri” chiave dell’azienda e l’individuazione dei fabbisogni di aggiornamento ed evoluzione senza perdere la storicità.
Definiamo sistemi che confrontano il divario tra ciò che è atteso dall’azienda e ciò che è posseduto dall’individuo:
Telefonare al +393428005621 (Francesca Dei)
Iscrizioni
Le iscrizioni si aprono il 30 Marzo 2017.
Con i primi 5 partecipanti si concordano insieme le date. Questo consente di andare incontro alle esigenze di genitori e ragazzi. Per iscriverti puoi utilizzare il modulo on line o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Nella letteratura corrente si fa grande confusione tra questi metodi molto diversi tra di loro.
Supponiamo di essere di fronte ad una persona che, per strada, sta in sella ad una bicicletta, vuole pedalare ma non ci riesce. Può incontrare diverse tipologie di figure:
COACHING
La nostra offerta di coaching va intesa come un’attività di sviluppo della persona centrata su aree di miglioramento condivise tra il coach, il coachee e il committente.
La nostra visione di coaching, coerentemente con l’approccio generale di Applied Management può sconfinare lievemente nel Counseling perché la nostra mission non è solo quella dello sviluppo ma anche quella di aiutare le persone a migliorare nella risoluzione dei loro problemi. Per questo il percorso di coaching è sempre affidato a un coach con grande esperienza aziendale maturata ai più alti livelli di management in aziende multinazionali.
In generale l’intervento si svolge con un’applicazione ciclica del metodo GROW di Sir John Withmore che si sviluppa nelle quattro fasi di:
Normalmente proponiamo un percorso di 10 sessioni di 2 ore ciascuna a distanza di due o tre settimane una dall’altra. Il ciclo totale dura quindi tra gli 8 e i 12 mesi
Circa a metà del ciclo di coaching e al termine del ciclo completo si discute con il committente un report sull’andamento del percorso ed i risultati ottenuti.
MENTORSHIP
La costruiamo all’interno dell’azienda, dove curiamo la selezione dei Mentor e dei mentee secondo un processo strutturato. Ogni azienda ha degli esperti “sconosciuti” che, opportunamente formati al ruolo, possono essere degli ottimi Mentor
Talvolta il modo migliore per comprendere e metabolizzare comportamenti virtuosi in determinate situazioni è quello di vederli applicati in pratica da persone di successo o in aziende benchmark.
Negli ultimi anni è andato di moda coinvolgere personaggi o addirittura interi team di successo del mondo dello sport per testimoniare metaforicamente l’applicazione di determinati comportamenti.
Applied Management va al di là di questo e utilizza un approccio quasi unico:
Il risultato è una sessione unica, spesso non ripetibile, che analizza i fattori di successo non attraverso la metafora bensì in un contesto di applicabilità immediata.
Il Teatro è un particolare metodo di Formazione Esperienziale che si usa quando si lavora su un livello più emotivo piuttosto che su quello cognitivo-comportamentale.
Il Teatro permette alle persone di lavorare con la mente, con il corpo e con le emozioni. Le Tecniche Teatrali insegnano a guardarsi dentro, a conoscersi e a riconoscersi, a liberare la propria immaginazione e creatività.
Il Teatro sdrammatizza la realtà, spezza le abitudini e favorisce la riflessione e la consapevolezza. Mostrando delle soluzioni, toglie le paure, rassicura e facilita la presa di coscienza.
Quali problemi risolvono le tecniche teatrali?
L’ansia del Public SpeakingQuando il problema delle persone non è solo apprendere tecniche ma gestire la loro emotività. L’insicurezza nel Public Speaking genera meccanismi di difesa che innescano linguaggi non verbali inconsapevoli ma visibili (balbettii, rossori, postura chiusa, ecc.) e distraggono il pubblico dai contenuti. La tecnica teatrale aiuta a sviluppare la propria specifica modalità di controllare l’emotività e di gestire il linguaggio non verbale. Si lavora sul respiro, sulla parola e sullo spazio. Il Public Speaking è la stesura di un proprio copione, lo studio di verbale e non verbale, la rappresentazione davanti ad una platea, dove si può trovare il modo di vincere l’insicurezza, gestire l’emotività, potenziare la creatività giocando con le tecniche di respirazione, di improvvisazione e di racconto teatrale. |
La difficoltà di esercitare la leadershipLa leadership è un concetto astratto che assume significato solo quando sai rappresentare obiettivi e mobilitare le persone per realizzarli. A partire dalle lettura di un breve testo da “mettere in scena” vengono individuate le figure “professionali” che concorrono alla realizzazione dello “spettacolo teatrale”, sperimentando sia il ruolo del regista che quello dei suoi collaboratori; vengono fatte la presentazioni della “vision”, della proposta scenografica e di costruzione dello spazio; vengono condotte le prove con gli attori; viene realizzata la messinscena. Solo il regista ha la visione d’insieme dell’intero spettacolo, che spesso si trova soltanto nella sua testa, mentre gli altri soggetti ne danno un’interpretazione parziale. Non è necessario che il regista sia in grado di impugnare un martello, ma è indispensabile che sappia relazionarsi con chi costruisce le scene, così come non è necessario che egli sappia fare il lavoro dei suoi collaboratori, ma che sappia coinvolgerli e finalizzare le loro prestazioni sulla sua idea. |
La gestione dello stressIl percorso prevede l’utilizzo delle tecniche del teatro forum per affrontare e gestire situazioni di stress in azienda. Il Teatro Forum è un metodo che deriva dalla teoria e dalla pratica di Augusto Boal, regista, formatore e autore di saggi che consiste in uno spettacolo interattivo in cui attori professionisti rappresentano un conflitto / una situazione di difficoltà che crea stress, le cui soluzioni vengono trovate dai partecipanti al corso. Il punto di forza di questa tecnica risiede nell’incoraggiamento all’azione individuale e nella risoluzione creativa dei problemi. Il docente è affiancato da due attori-formatori che inscenano situazioni e relazioni, suggerite dai partecipanti, che si possono verificare in ambito professionale e che provocano stress. |
Quando il problema delle persone non è solo apprendere tecniche ma gestire la loro emotività.
L’insicurezza nel Public Speaking genera meccanismi di difesa che innescano linguaggi non verbali inconsapevoli ma visibili (balbettii, rossori, postura chiusa, ecc.) e distraggono il pubblico dai contenuti.
La tecnica teatrale aiuta a sviluppare la propria specifica modalità di controllare l’emotività e di gestire il linguaggio non verbale. Si lavora sul respiro, sulla parola e sullo spazio.
Il Public Speaking è la stesura di un proprio copione, lo studio di verbale e non verbale, la rappresentazione davanti ad una platea, dove si può trovare il modo di vincere l’insicurezza, gestire l’emotività, potenziare la creatività giocando con le tecniche di respirazione, di improvvisazione e di racconto teatrale.
La leadership è un concetto astratto che assume significato solo quando sai rappresentare obiettivi e mobilitare le persone per realizzarli.
A partire dalle lettura di un breve testo da “mettere in scena” vengono individuate le figure “professionali” che concorrono alla realizzazione dello “spettacolo teatrale”, sperimentando sia il ruolo del regista che quello dei suoi collaboratori; vengono fatte la presentazioni della “vision”, della proposta scenografica e di costruzione dello spazio; vengono condotte le prove con gli attori; viene realizzata la messinscena.
Al termine della messinscena, le abilità espresse durante l’esperienza vengono applicate alla soluzione delle problematiche quotidiane e viene fornito un feedback individuale sui punti di forza e di debolezza personali nell’esercizio della leadership sia da parte del team che dei coach.
Solo il regista ha la visione d’insieme dell’intero spettacolo, che spesso si trova soltanto nella sua testa, mentre gli altri soggetti ne danno un’interpretazione parziale. Non è necessario che il regista sia in grado di impugnare un martello, ma è indispensabile che sappia relazionarsi con chi costruisce le scene, così come non è necessario che egli sappia fare il lavoro dei suoi collaboratori, ma che sappia coinvolgerli e finalizzare le loro prestazioni sulla sua idea.
Il percorso prevede l’utilizzo delle tecniche del teatro forum per affrontare e gestire situazioni di stress in azienda.
Il Teatro Forum è un metodo che deriva dalla teoria e dalla pratica di Augusto Boal, regista, formatore e autore di saggi che consiste in uno spettacolo interattivo in cui attori professionisti rappresentano un conflitto / una situazione di difficoltà che crea stress, le cui soluzioni vengono trovate dai partecipanti al corso. Il punto di forza di questa tecnica risiede nell’incoraggiamento all’azione individuale e nella risoluzione creativa dei problemi.
Il docente è affiancato da due attori-formatori che inscenano situazioni e relazioni, suggerite dai partecipanti, che si possono verificare in ambito professionale e che provocano stress.
“Pacchetti formativi pre-confezionati, serial trainer con il pacco di slide uguale per tutti” sono elementi taboo nell’approccio d’aula di Applied Management.
Così come evitiamo l’”accanimento formativo”: poca aula e fatta bene!
L’aula deve avere l’obiettivo di attivare un cambiamento dei comportamenti e di colmare il divario tra quello che le persone fanno e come lo fanno e quello di cui l’azienda ha bisogno.
Una formazione d’aula “cucita” sui destinatari, dove la teoria, che ha sempre dei modelli di riferimento attuali e testati, viene costantemente rinforzata, integrata ed arricchita con attività pratiche e strumenti operativi che coinvolgono in prima persona gli stessi partecipanti:
Spesso si usano giochi tratti dal metodo della formazione esperienzale seguiti da debriefing strutturati che lascino strumenti.
Quando l’aula tradizionale non è solo un corso ma un percorso progettiamo e monitoriamo i miglioramenti attraverso prework e homework e talvolta conduciamo anche azioni di tutorship sui partecipanti.
Montagna, bosco, mare, prato, roccia, neve, acqua, sabbia … gli elementi naturali diventano gli scenari della formazione, della trasformazione, dell’apprendimento.
Il contesto naturale garantisce coinvolgimento, cementa il gruppo attorno ad un’esperienza stimolante e potente.
Una progettatazione accurata trasforma l’emozione nell’apprendimento desiderato.
I percorsi formativi Outdoor di Applied Management sono studiati grazie alla compenetrazione di due specifiche competenze:
• da un lato la profonda conoscenza dell’azienda e delle sue dinamiche, che serve per leggere i bisogni e scoprire i comportamenti su cui intervenire
• dall’altro una grande conoscenza del metodo esperienziale, delle metodologie outdoor, della gestione di gruppi all’aperto, che serve a “tradurre” in attività esperienziali le dinamiche comportamentali bersaglio.
E così che si creano situazioni stimolanti e sicure, all’interno delle quali i partecipanti si mettono alla prova, esplorano le relazioni con gli altri, acquisiscono consapevolezza dei meccanismi che regolano il funzionamento di un team, scoprono cose di loro e degli altri che non avrebbero mai pensato, prendono forza e allo stesso tempo riflettono con positività su che cosa possono migliorare.
Alcuni esempi di attività:
In Applied Management abbiamo una profonda convinzione: apprendere attraverso l’esperienza e il gioco.
Spesso anche interventi di aula tradizionale usano la formazione esperienziale, altre volte essa è usata come metodo unico.
Nella formazione esperienziale, come del resto accade nella vita reale di tutti i giorni, l’acquisizione di consapevolezza dell’efficacia ed efficienza dei comportamenti, e il conseguente cambiamento negli stessi, sono il risultato di una “sperimentazione pratica”, all’interno di esperienze concrete.
E’ un processo di apprendimento che coinvolge la persona nella sua globalità, e la vede impegnata da un punto di vista intellettuale, emozionale, emotivo e fisico.
Nei nostri percorsi esperienziali i partecipanti giocano, dipingono, suonano, cucinano, costruiscono… si divertono, sono coinvolti, si mettono in gioco.
Al termine dell’esperienza la fase di riflessione e ricontestualizzazione interviene a “mettere a terra” gli apprendimenti emersi durante l’esperienza.
Il debriefing successivo a tutte le attività fa emergere ciò che di nuovo il gruppo ha sperimentato e scoperto; i modelli presentati consolidano l’apprendimento e danno struttura, aiutano ad interpretare alla luce di una nuova consapevolezza la relatà organizzativa nelle sue varie forme e dinamiche interne.
Alcuni esempi di attività:
FRANCESCA DEI
|
PINO SANNICOLO'
|
ANNE SOPHIE ROUSSY
|
GUIDO CREMONESI
|
GIAN LUCA FERRAROTTI
|
AMEDEO ROMEO
|
VALENTINA RHO
|